Archivio mensile: marzo 2016

Varese – Battistero di San Giovanni

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Un più antico edificio è testimoniato per il VII-VIII, a pianta “poligonale” con una piccola abside verso est; al centro dell’edificio la vasca battesimale interrata di forma ottagonale,  recuperata durante i restauri degli anni 1948/50, è oggi visibile, con le pareti in muratura, chiuse da un lato da una lastra di pietra per lo scolo delle acque. Altri resti visibili sono alcuni resti murari e della pavimentazione. Già nel XIII secolo il battistero fu ampiamente rimaneggiato: vennero rettificati i lati della facciata e del lato sud, demolita l’abside, costruito il presbiterio e la tribuna con le scale per accederv, sul lato nord. L’esterno fu rivestito in pietra di Viggiu. Alla fine del XIII secolo risale la vasca ottagonale monolotica, incompiuta au alcuni lati. 20160319_075843   Al 14 secolo risale la maggior parte della decorazione pittorica con una teoria di Apostoli e Santi tra cui pregevoli sono una natività, San Ludovico da Tolosa  e San Giacomo a cavallo.

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Le opere migliori sono attribuite al maestro della tomba dei Fissiraga (per approfondimenti rimando alla pagina web: http://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/tomba_fissiraga.html ) autore anche della immagine della Madonna con bambino eseguita sulla lunetta del portale nella parete sud.

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L’area della basilicata e del battistero e il cimitero che le circondava fu riordinata con San Carlo (del 1567 è la visita in cui dava ordine di ampliare la basilica di S. Vittore). Per quanto riguarda il battistero l’ultima grande modifica fu apportata trabil 1878 e il 1880, anni in cui, per problemi di statica, furono abbattuti e rettificati le pareti nord dell’edificio.

Detto ciò passate a visitarlo.

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Partenza fuori programma.. con un giorno da recuperare visto che ieri non ho più festeggiato a Milano, per cui come da vecchio programma il viaggio ha inizio da Maccagno. Anche se il vero neo sono state le tante chiese trovate chiuse. Per rimediare ai è reso necessario un passo sostenuto e veloce… che mi ha portato a percorrere i primi 62 km,  per chi se lo chiedesse non ho mal di gambe,  ma i piedi bollenti si.

Tra i posti toccati peritano una menzione il battistero di San Giovanni a Varese, edificio trecentesco che rimaneggia la struttira di VII-VIII secolo. Qui la prima foro ricordo, col sacrestano Patrick, poi saluti e condivisione del avventura con  Parroco e i suoi collabori e primo timbro di questo cammino.

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Il cammino è proseguito col saluto ai frati di viale Borri e in  particolare con Padre Tommaso che mi segui quando feci l’anno di postulante proprio qui a Varese.  Da qui mi sono incamminato per Lozza, Schianno, dove ho ammirato la torre medievale che fu utilizzata come portale di ingresso e campanile della choesa dedicata a Ss. Cosma e Damiano

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Poi Gazzada, Castronno, vi rimando al sito del G.A.L. per delle foto più belle del masso col guerriero a cui il gruppo si dedicò per  studio e pulitira  http://www.archeoluino.it/Foto-Castronno2010.html

Poi Albizzate, Cavaria ( e qui inizia il percorso delle chiese chiuse) Gallarate, impoasibile non passare dal S. Pietro, Busto Arsizio…..

 

 

 

 

L’antica San Materno (oggi Sant’Antonio) in Maccagno Superiore

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La chiesetta, posta all’inizio della scalinata dell’antica mulattiera che sale verso gli abitati della Veddasca, fu la prima chiesa di Maccagno Superiore. Eretta alla fine del XIV secolo, fu dedicata a San Materno, titolo che passò alla nuova parrocchiale costruita nel XVII secolo, così la piccola chiesa fu dapprima dedicata a S. Maria e poi a S. Antonio.

Nel XX secolo furono recuperati e restaurati ad opera del maestro Lindo Grassi gli affreschi cinquecenteschi (riconosciuti quale opera di Antonio da Tradate) coperti a calce in occasione di un evento pestilenziale. Di questi affreschi il primo che fa bella mostra di sé, è una Madonna assisa con probabilmente un bambinello oggi ex-tinto, nella lunetta sopra il portale in pietra cannobina. All’interno sulla parete destra si è subito colpiti da un’ultima cena assai pregevole e particolareggiata, con una tavola imbandita di tutto punto che mostra un’istantanea di una mensa conviviale cinquecentesca.

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Sotto quest’affresco doveva correre lungo tutte le pareti una teoria di apostoli, della quale però restano solo sei volti e non tutti completamente conservati.

A lato dell’ultima cena, nella parete d’ingresso e sulla parete opposta, si susseguono scene della passione di Cristo, parzialmente obliterate alla vista e rovinate dalla costruzione di un portale ligneo interno. Si possono così ammirare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, la preghiera nel Getsemani, la cattura di Gesù, il bacio di Giuda, la flagellazione, l’incoronazione di spine e Gesù davanti a Pilato. Gli affreschi dovevano essere tutti accompagnati da didascalie in dialetto che ne spiegavano il contenuto, di queste oggi sono leggibili “Como Juda basa dio per tradirlo in li man …” e “Come li farizej ano menato dio denanzi a Pilato“; altre se ne intravvedono ma è praticamente impossibile leggerne il contenuto.

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Nella parte inferiore della parete di sinistra erano rappresentate le allegorie dei mesi, alla difficile lettura per la cattiva conservazione degli affreschi vengono in aiuto le analoghe composizioni dell’artista nelle chiese dedicate a San Michele in Arosio e Palagnedra, al mese di Gennaio corrisponde l’uomo seduto ad una tavola imbandita davanti ad un camino, al mese di Febbraio è possibile leggere la potatura della vite, per Aprile si intravede un fanciullo che porta in mano una rosa, per i mesi di Giugno e Luglio le scene si accostano a quelle della raccolta delle messi, per il mese di Settembre la scena è quella di un bottaio, gli altri mesi non si sono praticamente conservati.

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bibliografia: L. Giampoalo, Storia breve di Maccagno Inferiore, già feudo imperiale, Corte regale degli imperatori, terra per sè e di Maccagno Superiore, Varese 1962, pp. 198-200, tav. XLI; L. Broggi, Antonio da Tradate. La pittura tardo-gotica tra Ticino e Lombardia, Varese-Tradate 2012, pp. 123-127.

 

 

 

 

 

 

 

 

… non solo per me!

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Carissimi, è un po che ci penso ed alla fine ritengo sentire il vostro parere.

affinché questa mia impresa (che poi tale non è, in fin dei conti si tratta di una passeggiata di un paio di settimane o poco più, da Maccagno a Roma) abbia uno scopo più profondo, sto meditando la possibilità di una raccolta fondi che si accompagni al mio pellegrinaggio. Mi piacerebbe però che siate voi a decidere a favore di chi, da canto mio preferirei un’associazione umanitaria (le cosiddette ONG), oppure un’associazione locale che abbia a cuore le persone in difficoltà o comunque chi necessità particolari supporti.

A me ovviamente vengono in mente quelle cui in qualche modo do già un contributo personale, come ad esempio tra quelle internazionali http://www.medicisenzafrontiere.it/ o http://www.emergency.it/index.html , oppure tra quelle locali come http://www.amicidelmadagascar.org/ o la Caritas … però, come dicevo, mi piacerebbe che a decidere siate voi, amici e conoscenti, per cui indicatemi le vostre preferenze, vorrei che questa mia opportunità non sia solo per me, ma che possa giovare ad altri.

D’altro canto pensavo: se solo ogni amico che ho su facebook contribuisse semplicemente con 1 euro, raccoglieremmo 800 euro da donare, se poi a questi aggiungo i contatti di altri social o quelli della rubrica o tutti gli amici che ho incrociato per strada nel tempo, beh triplicheremmo o più questa la cifra, per cui a me sembra una buona idea!

Per le modalità, la più semplice mi sembra l’apertura di una postepay, per altro potrei aggiornare tutti quotidianamente sull’andamento, ora aspetto voi fatemi sapere cosa ne pensate…

preparativi in corso

Ancora dieci giorni … e si parte.

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Nel frattempo ho rispolverato il mio “ramo” da montagna, (si perché per essere un bastone è, diciamo così, un po esile – eppoi dovevo pur distinguermi da tutti gli altri … eheh) sono più di vent’anni che l’ho lasciato a riposo (eccetto un paio di volte sul sentiero della Froda di Castelveccana e su quello della Pianca di Maccagno).

Già … vent’anni, eppure ricordo bene i sentieri di Foppolo e Valcanale, i monti di Limonetto e Sestiere, gli amici, gli amori, le gioie e le delusioni. Ricordo quando, per poco a Valcanale su una delle cime, dove pochi ardimentosi (.. e ovviamente io non potevo mancare) ci arrampicammo pochi metri, ma irti, per salire fino all’ultima cima, lì trovammo ad accoglierci una stella alpina, .. dicevo.. per poco il mio “ramo” non mi fece cadere perché si impigliò tra le rocce durante la discesa, l’avevo infilato per traverso nello zaino per avere le mani libere 🙂 … e io in quel momento a cosa pensavo: “Fabio tieniti che lo zaino è pieno di cioccolata e salamelle per i ragazzi che con le suore ti aspettano di sotto” .. e già mica pensavo a me, se ruzzolavo di sotto mi sarei fermato chi sa dove….

cmq delle tante montagne, una mi lasciò il segno più delle altre…quando da postulante dei frati cappuccini ci recammo ai Laghi di Cancano e San Giacomo, lì ebbi occasione di dormire nella chiesetta di S. Erasmo santerasmo

( http://www.bormio3.it/cancano-valle-fraele/san-giacomo.php ) ricostruita più a monte pezzo per pezzo durante la realizzazione della diga di Cancano … che dire.. si respirava la storia e la pace di un luogo decisamente particolare.

Ma torniamo al mio ramo, ad ogni percorso ero solito incidere sopra, simboli di ogni tipo, gioventù d’allora… ritengo oggi senza significato o cmq non me ne ricordo, però ricordo i molti ragazzi cui i don e i genitori affidavano alle mie cure, ricordo gli amici, compagni di fughe notturne, di partite a poker, di bevute… beh è tornato il momento di rimettersi in marcia… e magari tra altri vent’anni sarò a scriverci sopra.