Archivio mensile: marzo 2016

Aria di laghi e colli, Umbria

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Ultima partenza mattutina quella da Terontola alla volta di Perugia, si perché inizialmente era questa la meta ma strada facendo ho ragionato sul fatto che la veglia  pasquale ad Assisi sarebbe stata in tarda serata per cui potevo farcela, tant’è che per cena ero nella città di S. Francesco. Grazie ai consigli di Paolo (educatore e custode dell’oratorio di Terontola) ho seguito la pista ciclabile che mi ha evitato diversi sali-scendi anche se mi ha evitato di attraversare diversi centri abitati come Montecchio, Fonte Sant’Angelo, Tuoro, Passignano, San Vito e altri; ma impagabile è stato il panorama sul lago Trasimeno e il pensiero di attraversare i luoghi della storica battaglia tra l’esercito di Annibale e le legioni romane condotte da Gaio Flaminio: http://archeokoko.myblog.it/2016/03/26/battaglia-sul-trasimeno/

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Anche in questa tratta è impossibile descrivere tutto, dalla rocca longobarda di Passignano (V-VI secolo) al castello dei Cavalieri di Malta di Magione (XII secolo), alle numerose chiese, tra le quali la chiesetta romanica di San Vito:  costruita tra il XII e XIII secolo, così come la piccola torre, per le sue caratteristiche costruttive lascia pensare che inizialmente non fosse eretto come campanile, ma come faro di segnalazione: la sua struttura ad arcata, con una base completamente vuota all’interno lascia pensare alla necessita di accendervi un fuoco in modo tale che il riverbero illuminasse le finestrelle tonde poste alla sommità.

SanVito

Due parole però le spendo volentieri per la torre dei Lambardi sulla cima più alta del territorio di Magione – non fosse altro perché per la salita che ho dovuto fare fino a scorgerla e visitarla. La torre fu edificata tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, dai cavalieri Ierosolimitani, dopo la costruzione dell’ospitale-fortilizio di San Giovanni nell’allora Pian di Carpine (l’attuale Magione). Deve forse il suo nome alla famiglia che nel XVII secolo ne era proprietaria o per l’appartenenza a famiglie nobili, che nella vicina Toscana si chiamavano Lombardi, ma solo nel XIX secolo tale denominazione appare attestata, tanto che nel 1886 un documento la cita come “Torre detta della bicocca”.

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Una nota di curiosità, a pian terreno fanno bella mostra di se due urne cinerarie etrusche provenienti dal territorio ma purtroppo decontestualizzati

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Per approfondimento vi rimando alla pagina dedicata, dei Musei di Magione, sito in cui potrete anche essere aggiornati sulle tante iniziative che vengono proposte, come ad esempio alcune mostre d’arte contemporanea.

Lasciato Magione seguendo la statale verso Corciano, sono giunto al parco di san Mariano, vicino al locale campo da golf e da qui, attraversato san Sisto, sono giunto a Perugia, superato il sottopasso della stazione e salito da via del Bucaccio sono entrato in città attraversando la porta etrusca nota col nome di Porta Eburnea o Arco della Mandorla (proprio la realizzazione dell’arco in epoca medievale fu il motivo della distruzione della struttura etrusca)

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una rapida visita alla basilica di San Pietro

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e purtroppo non c’era tempo per visitare il pozzo etrusco, noto come pozzo Sorbello, dal nome della nobile famiglia proprietaria del Palazzo sovrastante, qui però vi invito a leggere la pagina del consorzio Perugia Città Museo http://www.perugiacittamuseo.it/it/pozzo-etrusco.html#

Da Perugia gli ultimi 20 km verso Assisi sono sembrati un attimo, uscito verso Ponte San Giovanni e passato per Bastia, splendida la chiesa di Santa Croce del 1295, fondata dai Frati Francescani,

Bastia

inizia ad apparire il colle di Assisi e superata Santa Maria degli Angeli dalla ciclabile che conduce alla città di san Francesco mi è stato impossibile trattenermi dal fare un selfie d’arrivo, l’unico in questi oltre seicento chilometri di cammino.

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Da Siena a Terontola

Inizio scusandomi per il ritardo con cui riporto queste pagine, ma la rottura del caricatore per il cellulare mi ha obbligato ha una gestione “a risparmio” dello stesso.

Partiamo quindi da Siena, che in realtà non ho visitato essendo giunto in serata presso l’Ostello ospitato con ogni riguardo da Suor Ginetta, qui un nutrito gruppo di pellegrini ha condiviso insieme a me l’ospitalità e la generosità delle suore, lasciando l’obolo per i poveri che qui si recano per le proprie necessità. Con la partenza mattutina ho potuto giusto fare alcune foto panoramiche della città.

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Attraverso il solito sali-scendi di paesi minori sono giunto ad Asciano, qui una foto veloce alla Basilica di Sant’Agata, antica collegiata: risale all’ XI secolo, dal 1040 subentrò con il titolo di pieve ed il ruolo di chiesa battesimale, alla pieve precedente di Sant’Ippolito in Sessiano, poco fuori l’abitato; tra il XII e il XIII secolo la chiesa venne ampliata, si costruì un’ampia navata in stile gotico che fu raccordata alla originaria struttura a croce greca. La chiesa nomina a collegiata risale al 1542.

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Da qui ho proseguito attraverso Fornoli salendo a Sinalunga, poi in discesa attraverso Guazzino, Farneta, Montecchio e altri paesi fino a Terontola, dove don Alessandro mi ha affidato alle cure del custode Paolo (mio coetaneo) che lavora come educatore alla casa del giovane (oratorio e parco parrocchiale) di fronte alla chiesa vicariale dedicata a S.Giovanni Battista. Qui ho sostituito nell’ospitalità un gruppo di giovani scout giunti il giorno prima da Castiglione.

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Ovviamente un salto in stazione al mattino della partenza era d’obbligo per una foto alla targa che ricorda l’opera di Gino Bartali a favore dei perseguitati durante il secondo conflitto mondiale del secolo scorso.

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Battaglia sul Trasimeno

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Approfitto di un pannello descrittivo per iniziare gli spunti storico-archeologici del blog. Essendo praticamente già tutto pronto posso provvedervi senza fermare il cammino.

Un breve resoconto:20160326_094444

 

Le quattro ipotesi ricostruttive:

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La composizione dei due eserciti:

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Melegnano

Non potevo che cominciare da questa città attraversata nel mio pellegrinaggio, un piccolo omaggio a don Franco, parroco di Maccagno.
Per la storia di questa città preferisco rinviarvi alla ottima pagina sui cenni storici del sito della amministrazione cittadina:
http://www.comune.melegnano.mi.gov.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=17227&idArea=17228&idCat=18008&ID=18008&TipoElemento=categoria

Mi limiterò qui a poche righe sui monumenti che ho visto attraversando la città.

Il primo dei quali è il castello Mediceo, edificato nel 1243 fu in seguito ampliato e modificato, prima da Matteo I Visconti e poi da Bernabò Visconti.
Nel 1512 passò al marchese Brivio e nel 1543 a Gian Giacomo Medici.

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Poi il Broletto o “palazzo della comunità”, fu costruito verso la fine del quattrocento, appartenne ai nobili della famiglia Bescapè, deve il suo nome al fatto che vi si tenevano le adunanze dei rappresentanti della comunità melegnanese. Il comune ne acquisì la proprietà nel 1590.

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A lato del Broletto fa bella mostra i se un palazzo in stile veneziano con l’immancabile Leone di S.Marco.

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In fronte, la Basilica di S. Giovanni Battista. Risale al 1398 il primo documento che la cita, indicando la dedica alla natività di S.Giovanni Battista. La chiesa venne solennemente consacrata nel 1506.

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Ricca di affreschi e sculture d’arte al suo interno, avendola trovata chiusa ricordo solo i nomi di alcuni degli arstisti maggiori: Paolo Pini (affreschi del ‘600), i fratelli Barabino (XIX sec.) e i Fiamminghini (XIX sec.). All’esterno le statue dei santi.

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Poco oltre la chiusa del Lambro, qui permettetemi di ricordare la citazione di Plinio il Vecchio in merito al lago Eupilio, di cui il Lambro doveva essere immissario ed emissario, per altro ne dava ancora vita quando con le sue esondazioni si connetteva al lago di Pusiano.

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Da qui parte la breve ciclabile che ha inizio con una splendida rappresentazione di S.Cristoforo.

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Uscendo dalla città sono poi passato da una delle case più antiche del centro, se non vado errando tra le prime sedi del movimento scout della zona.

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Da Empoli a Siena

Approfitto della pausa pranzo per riprendere il diario di ieri. Concedetemi di ringraziare ancora una volta la Misericordia di Empoli per l’ottima accoglienza 20160325_133738

L’attraversamento in Val D’Elsa mi ha condotto attraverso storia arte e letteratura; e tanta tanta natura che ahimè non sono riuscito ad immortalare: uccelli, lepri e scoiattoli sono stati sempre più veloci di me… allora accontentatevi di questo fungo

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E di questo gatto

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Delle varie cittadine toccate, ovviamente un continuo sali scendi perché pievi, castelli, conventi e chiese li trovi tutti in collina, ma è stato impossibile evitarli. Però consiglio per chi volesse visitare questi luoghi di recarsi alla domenica altrimenti troverete quasi tutto chiuso. Dopo Monterappoli e Fontanella sono arrivato a Castelfiorentino e salito attraverso la città alta sono giunto alla Pieve di S. Ippolito. La chiesa è costruita in laterizio, sulla facciata presenta la bifora tipica delle chiese romaniche locali, sinpresenta ad unica navata. La data incisa del 1195 sembra riferirsi alla fine della costruzione. 20160325_134859

Poi ho attraversato altri paesi di cui ricordo Pesciola e Le Murate per arrivare a Certaldo (e come non ricordarsi del cuoco Chicchibio narrato da Boccaccio? ) quindi altra salita, per rimirare la casa dello scrittore, ricostruita dopo i bombardamenti,  e lì vedere ancora in situ nella cantina alcune antiche giare. Poi nella vicina chiesa la tomba e poco più avanti il Palazzo Pretorio.

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Abbandonato Certaldo ho attraverso altri paesi con panorami che è impossibile descrivere sono arrivato a S.Appiano, anche qui con antica pieve in collina,

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La pieve è ricordata già nel 990 d.C. tra le strutture esistenti era annesso anche il battistero, cosa eccezionale per gli edifici analoghi del territorio fiorentino. Da qui il passo per la città del Savonarola, Poggibonsi, dove il frate incontrò l’imperatore aquietandone gli animi ed evitando la guerra, non è  stato proprio breve ma ci sono arrivato. Da bravo archeologo sono poi salito all’archeodromo dove resti dell’abitato medievale sono abilmente descritti dai pannelli esplicativi e in alcuni casi ricostruiti:

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Ovviamente una visita al convento francescano di S.Lucchese e alla Magione (antico ospitale di S. Giovanni dei cavalieri di Malta) oggi base scout.

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Da qui ho seguito la ciclabile che reca a Staggia,  altra rocca che dal X al XV secolo controllava il territorio,

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Poi un tratto di statale e poi ancora ciclabile fino a Monteriggioni, dove ho assaporato un morabile panino con finocchiona e pomodori secchi sott’olio. Il castello fu eretto nel 1213, sotto Ermanno di Paganello da Porcari, podestà di Siena.

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La chiesa dedicata a Santa Maria era una volta dedicata a S. Giovanni e diede il nome dalla porta sud, da dove una volta uscito ho ripreso la francigena verso Siena,  fermandomi un attimo ad ascoltare il “menestrello” Alessandro, da Vinci

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che allieta turisti e pellegrini che si recano a Monteriggioni.

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Terra di Toscana

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Partenza mattutina ma non troppo (visto che oggi i chilometri da percorrere saranno una quarantina), dalla parrocchiale / abbazia di S. Salvatore di Vaiano che ha la sue origini fino dal IX secolo anche se dopo un periodo di abbandono furono i monaci vallombrosani nel XII secolo a ridarle vita.

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Nello specifico vi rimando a Wikipedia per la storia: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Badia_di_San_Salvatore_(Vaiano) Al sito diocesano per l’arte: http://www.diocesiprato.it/badia-di-vaiano/ e al sito dei monaci per chi volesse saperne di più su Valleombrosa (per chi non lo sapesse anchr il monastero di Astino a Bergamo apparteneva ai monaci vallombrosani): http://www.monaci.org/

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Attraversati paesi minori la strada fino a Prato è  tutta discesa, anche se in verità le mura appaiono ben dopo il cartello stradale. In città d’obbligo la visita al Duomo di S. Stefano

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Dove ho ammirato per la prima volta gli affreschi quattrocenteschi di Francesco Lippi (approfondimento:http://www.po-net.prato.it/artestoria/it/?act=i&fid=1487&id=20110303113958273 )

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A molte altre chiese (meritano sicuramente una visita le carceri) e al Palazzo Pretorio dove nelle sale dei Musei è allestita la mostra “L’ombra degli Etruschi” fino al 30 giugno (con orario di apertura dalle 10.30, e io ovviamente sono passato prima).

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Da qui fino a Montelupo poco da segnalare  (in queste poche righe cerco d’altronde di fare una sintesi di tutto ciò che vedo). qui invece in cima ad una collinetta dove si instauro’ il castello medievale, vi è l’antico Priorato del borgo, sempre nel terrirorio comunale la villa romana di Vergigno e un piccolo ma mi assicurano bello museo archeologico. Tutto rigorosamente chiuso ad ora di pranzo.

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Poi un po di campagna… fino quasi ad Empoli. Che per quanto piccola e recente città mostra comunque qualche monumento interessante, tra cui il santuario della Madonna del Pozzo e la Colleggiata del Duomo.

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Per il resto mi ha accompagnato una gelida tramontana tutta la giornata,  costringendomi a mettere e togliere maglie a seconda del caldo/freddo, e sicuramente i miei piedi mi ringraziano per l’andatura quieta di oggi. Per chi si preoccupasse stanotte dormirò su un letto vero, grazie alla Misericordia di Empoli per intercessione di Mauro, pompiere volontario archeologo conosciuto lo scorso ottobre a Tarquinia.

Fiorenzuola – Sassuolo : one day

Screenshot_2016-03-23-10-48-43-1 Per la serie “don’t try this” la tappa di ieri è stata decisamente faticosa: 14 ore di cammino pressoché non stop. Dal fresco umido mattutino al caldo delle prime ore di sole, poi nuvoloso e qualche goccia di pioggia a Reggio Emilia (che per fortuna è ricca di portici). Poi a Sassuolo mi sono arreso, e prima con un trenino fino a Modena poi col regionale o raggiunto Mattia, Andrea e Samuele a Bologna.20160323_110955

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Peccato per le molte (troppe) chiese trovate chiuse, ma colgo il meglio di questa esperienza che mi permette di ripassare il mio kokoenglish con gli stranieri che incontro  (vi assicuro che sono tanti) ma anche di ammirare resti archeologici (come i ponti di Fidenza e Parma) 20160323_111303 Parma-ponteromano Comunque la giornata è stata ricca di incontri: al mattino ho salutato Suchi, ragazza di Parigi che sta percorrendo la francigena, con la quale ho condiviso l’ostello di Fiorenzuola;

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Poi nei campi, al mattino, il cane Bengji, di un ragazzo dell’europa dell’est di cui non saprei come scrivere il nome; ad Alseno, il sig. Ettore che mi ha parlato di come la sua casa sia una vecchia stazione di posta per il cambio cavalli risalente almeno al quattrocento

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poi Assym, ragazzo arabo mussulmano col quale abbiamo condiviso similitudini religiose, lui cerca lavoro e si arrangia come può con i pochi soldi che ha; infine i due ragazzi del tabacchino di Sassuolo che mi hanno consigliato itinerario cittadino e possibili treni e bus per andare a Modena da dove avrei proseguito per Bologna. Giornata piena insomma con la fatica che a Reggio Emilia iniziava a farsi sentire, in mio aiuto è arrivata la bevanda energizzante che mette le ali, ed in effetti così è stato, tanto che le gambe (seppur con qualche indurimento sulla coscia) hanno retto fino alla fine.

Red bull

Resta da aggiungere una nota “archeo” per Sassuolo dove, nella canonica è ancora presente l’antico pozzo, una volta nella corte mentre oggi nell’atrio dell’edificio che ha chiuso il cortile.

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Una tappa che mi ha messo alla prova, e come in molte cose mi piace spingermi al limite, così so fin dove posso arrivare e se non altro posso dire di averci provato. Poi notte in stazione e partenza dopo un paio d’ore tanto col freddo non si dorme, e ora attraverso gli Appenini.

… sulla francigena

Che dire? A 166 km da casa pensavo peggio: le gambe reggono, giusto un leggero fastidio alla caviglia sinistra ogni tanto. Tutto però lo supero col sorriso delle mille persone che incontro. C’è stato chi a Casalpusterlengo mi ha incoraggiato, a Santo Stefano Lodigiano ho incontrato un finanziere in pensione che conosceva Maccagno perché aveva prestato servizio nelle dogane della zona e qui a Fiorenzuola d’Arda, l’accoglienza di don Gianni è ricordata nei messaggi dei molteplici pellegrini che hanno sostato presso questi locali. 20160320_195909   Oltre a chiese, campagna, strade cittadine oggi è statot il giorno dell’attraversamento del Po, l’antico Padum 20160320_124902   Poi a Piacenza da buon “etrusco” non potevo evitare un salto veloce almeno per rivedere il famoso fegato 20160320_201945 20160320_203549

Sempre a Piacenza ho incontrato un’amica dei primi anni di scavo a Tarquinia, Vera, ci siamo raccontati vecchie e nuove storie dopo anni di silenzio

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Domani vi prometro che mi recupero con qualche post sulle chiese e i conventi visitati, con ovviamente noterellle archeologiche.

Ora a letto che domani c’è il tappone con sveglia all’alba e arrivo in serata a Bologna… se ce la faccio festeggio in birreria

Raccolta fondi umanitaria

Come accenavo post addietro mi piacerebbe che questa mia esperienza serva anche a qlcs di più utile, per cui tra una cosa e l’altra sono riuscito ad organizzare  (spero nel migliore dei modi anche questa cosa).

Tecnicamente chi volesse contribuire può versare nei prossimi giorni fino al mio arrivo a Roma il proprio obolo caricando la postepay appositamente dedicata, come dicevo giorni fa basterebbe che ognuno dei miei amici social e non versasse € 1,oo che supereremmo senza problemi i 1.000 euro…

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La tessera risulta intestata a mio nome FABIO LUCIANO COCOMAZZI ,  ha la comodità di poter essere caricata non solo con le consuete ricariche postepay, ma anche tramite bonifico.

Ma chi beneficerà di tutto ciò? Chiederete. Presto detto lo deciderete voi, stasera conto di postare nell’apposito gruppo Facebook《 Pellegrinaggio giubileo / archeologico 》il post a domanda dove saranno inserite le proposte giunte prima della partenza ma dove ognuno potrà aggungere la sua e metterla così la preferenza. Al momento sono stete proposte Emergency,  Telethon,  Medici senza frontiere,  Caritas.

Al mio arrivo a Roma all’ONG, o  associazione che sia, con più preferenze andrà quanto in saldo sulla carta. Da parte mia vi posterò il saldo ogji qualvolta incrocero’ un ATM di Posteitaliane.

Al momento il saldo corrisponde a quanto da me versato per l’apertura della stessa:

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Spreo di trovare in tutti partecipazione… a chi non potesse contribuire per vari motivi, mi farebbe piacere se si esprimesse almeno sulla scelta della destinazione.

 

camminando oltre Milano

 

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A furia di vederne i cartelli dalla tangenziale e dall’autostrada, era tempo che vedessi le abazzie di Chiaravalle e Viboldone. In esse non solo lo spirito e l’arte si ammirano estasiati, ma per uno come me anche piccoli frammenti archeologici vengono subito rimirati. Come l’altare conservata nel chiostro di Chiaravalle e una mensola raffigurante una testa umana a Viboldone. Qui frati e suore mi hanno accolto e salutato con estrema genitilezza, come pochi oggi sanno esprimere.

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La cosa bella è  che qui il percorso si apre in campagna e dove non ci sono ciclo-pedonali approfitto dei canpi per accorciare il percorso. A Civesio mi ha raggiunto un ragazzo anche lui con la passione per le camminate e abbiamo fatto un po di strada insieme, Diego è solito recarsi sopra Verbania e sta progettando un percorso che da qui passa a Pavia e risalga Ticino e Verbano fino alla città lacuale. In tanto di campagna non è stato però possibile evitare sovrapassi e sottopassi autostradali.

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Ho attraversato tante frazioni con cascine e piccoli paesi di campagna ma è davvero impossibile descrivere tutto, volevo soffermarmi su Melegnano e Lodi ma vedrò di dedicargli un post apposito. Anche qui non sono mancati spunti storici, a Melegnano il Castello e un leone Veneziano su un palazzo presso il broletto, a Lodi nel chiostro del Duomo sono conservati resti di strutture più antiche.

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Il solo duomo di Lodi meriterebbe un post tutto per se, per ora accontentatevi della panoramica esterna.

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