Archivio mensile: marzo 2017

Aosta – Teatro Romano

Aosta _ teatro romano.
Nel corso del medioevo i monumenti romani caddero in rovina, la facciata superstite si conservò grazie al riutilizzo per abitazioni.
Le prime ricerche di devono a Carlo Primis ispettore dei monumenti antichità dei stati regi, che avviò rilievi e scavi nel 1838.
Le indagini più recenti (1997/2000) completarono le ricerche nell’area circostante con l’individuazione di altre strutture d’epoca romanaAostaTeatroArcheokoko (1) AostaTeatroArcheokoko (2) AostaTeatroArcheokoko (3) AostaTeatroArcheokoko (4) AostaTeatroArcheokoko (5) AostaTeatroArcheokoko (6) AostaTeatroArcheokoko (7)

Torre San Colombano _ Briga Novarese

BRIGA NOVARESE. SAN COLOMBANO
Torre (fine XI sec)
I resti, inclinati verso Nord, a pianta rettangolare con uno spessore del muro metri 1,55 consentono analogie con le torri di Ornavasso, composta da cinque piani di impalcati lignei, la sua altezza totale era di circa 20 metri, e le torri contenute nei castelli di Buccione, Pratosesia, Gattinara, Arona. La evidente rotazione dimostra che il crollo fu causato agendo sul lato di levante al fine di procurare contemporanesmente il disfacimento del palatium di abitazione dei Biandrate che sorgeva accanto alla torre medesima.
I muri di recinzione del castrum coprono una superficie di circa 3500 metri quadrati con un perimetro quasi ellittico. Accanto alla torre è posta una cisterna interrata coperta da una volta a botte in muratura, in parte crollata.
Parte delle macerie furono in parte reimpiegate nell’ampliamento della cappella in castro dddicata a San Colombano, come appare da un contratto stipulato nel 1594 con il mastro Pietro Petrone di Lugano.
Raggiungeva a vista il castello di Gavala e la cima del Mottarone, la vicinanza al Verbano e al Ticino ne rendevano la posizione strategica per il controllo del territorio e degli itinerari verso il lago d’Orta e il Monferrato.
Fu distrutto dai Novaresi nel 1223 oppure dai Visconti nel 1331.

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Monastero di Astino (Bg)

FB_IMG_1490610424974La scoperta archeologica di numerosi frammenti di sculture in terracotta nel terreno del monastero, ora esposti nella mostra, Il monastero restituito, è da ricollegarsi alle statue del Compianto su Cristo morto ad altezza naturale, già nella cappella del Santo Sepolcro, che si credevano per sempre perdute. Questa tipologia di gruppi statuari, detti Compianti, diffusi nei secoli XV e XVI, esercitava un grande coinvolgimento emotivo nel pubblico e affonda le sue radici nel dramma sacro e nelle sacre rappresentazioni della Passione nella Settimana Santa.
(dalla conferenza del 27 ottobre 2016: prof.ssa Anna Maria Testaverde (Univ. Studi Bergamo)